domenica 30 maggio 2010

Si vive solo due volte

Si vive solo due volte (You Only Live Twice)
Prima edizione: Glidrose, 1964
Prima edizione italiana, Garzanti, 1965
Traduzione: Enrico Cicogna

"Si vive solo due volte: una volta quando si nasce e una volta quando si guarda la morte in faccia."

Sconvolto dalla perdita dell'amata moglie Tracy (uccisa da Blofeld nel finale di Servizio Segreto) James Bond è caduto in una grave crisi depressiva. Non ha più stimoli sul lavoro e le ultime missioni si sono tramutate per colpa sua in due fallimenti clamorosi. M medita di farlo dimettere dall'MI6 ma lo psichiatra Sir James Molony consiglia di dargli un'ultima chance. A suo parere deve incaricarlo di una missione impossibile; forse questo stimolerà il suo ego e lo farà risvegliare dal letargo emotivo in cui è precipitato. M decide di seguire il consiglio dell'eminente luminare e dà a 007 un incarico delicatissimo: egli deve recarsi in Giappone per cercare di convincere i servizi segreti giapponesi a cedere al Regno Unito il criptografo Magic 44, in grado di leggere tutti i dispacci criptati dell'Unione Sovietica. Bond accetta e si reca nel Sol Levante, dove trova ad attenderlo Dikko Henderson del servizio segreto australiano. Quest'ultimo gli fa da anfitrione, cercando di introdurlo nella complessa mentalità orientale, del tutto differente da quella inglese. Tramite il chiassoso Dikko Bond si mette in contatto con Tigre Tanaka, il capo dei servizi segreti giapponesi. Tra i due scocca subito la scintilla dell'amicizia anche se ben presto emergono le differenti visioni del mondo, dando vita così a un conflitto di mentalità. Tigre è molto scaltro e non ha intenzione di cedere il suo Magic 44 all'Inghilterra a meno che Bond non sia disponibile ad accettare una missione per conto del governo giapponese.
Tanaka spiega all'agente che recentemente il suo governo ha fornito un permesso di soggiorno di dieci anni allo svizzero Guntram Shatterhand e a sua moglie Frau Emmy. Questi è un facoltoso botanico, disposto a spendere non meno di un milione di sterline per la creazione di un parco esotico nel quale ha fatto trapiantare una collezione inestimabile di alberi provenienti da ogni parte del mondo. Egli ha edificato il suo Eden nei pressi dell'isola Kyushu, vicino a Fukuoka. Il problema è che quel giardino si è subito tramutato in una macchina infernale di morte, essendo presenti le più rare piante velenose e i più letali animali del pianeta. Così, il parco è divenuto la metà di tutti gli aspiranti suicidi del Giappone e ha iniziato a mietere vittime, facendo oltre cinquecento morti in un anno. Tanaka spiega a Bond che il suicidio nel suo paese non è considerato un disonore, tutt'altro, ma il numero crescente di vittime ha messo in imbarazzo il suo paese che non può permettersi di eliminare il dottor Shatterhand, pena una grave crisi diplomatica. Tigre pertanto propone un patto a Bond: se quest'ultimo eliminerà il botanico, in cambio riceverà il Magic 44. 007 accetta. Inizia così la trasformazione di Bond in Bondo-san, un giapponese di umili origini, sordo e muto, che dovrà introdursi nel "giardino delle delizie" e poi uccidere Shatterhand. Dopo un rapido tour de force negli usi e costumi giapponesi (che prevedono tra l'altro sbornie a base di sakè e orge con giapponesine compiacenti) Bond viaggia per il paese in compagnia di Tanaka diretto a Fukuoka.
Durante il viaggio Bond si accorge che un uomo misterioso li sta seguendo. Dopo un inseguimento in auto Tanaka acciuffa l'individuo che durante la colluttazione muore. Egli era un Drago Nero, una delle guardie del corpo del dottor Shatterhand. Ma le sorprese non sono finite: quando a Bond viene mostrata una foto dello scienziato grande è la sua incredulità perché vi riconosce Blofeld! 007 però non rivela la scoperta a Tanaka perché teme che questi allargherebbe l'indagine alla CIA, impedendogli così di compiere la sua vendetta. Tigre decide che Bond deve fermarsi qualche giorno in un'isoletta proprio di fronte all'isola di Kyushu in modo da studiare il metodo migliore per entrarvi ed eliminare (con il solo aiuto di una catena ninja e di un piccolo coltello) lo scienziato. L'isola è abitata dalla comunità ama che è favorevole ad ospitare Bondo-san. Qui Bond conosce l'incantevole Kissy Suzuki, definita la Greta Garbo d'Oriente, per via di un suo breve passato d'attrice a Hollywood. La ragazza, disgustata dall'ambiente del cinema, ha preferito tornare nell'isola dalla sua famiglia a pescare awabi (un frutto di mare pregiato) e chiede a Bond di accompagnarla al lavoro.
La notte del terzo giorno l'agente segreto passa all'azione. Con l'aiuto di Kissy arriva a nuoto nell'isola e penetra nel castello. Nel parco, in uno scenario surreale, illuminato solo dal chiarore della luna, egli assiste al suicidio di due uomini. Uno si getta nel lago popolato da piranha, l'altro (vestito in abito scuro con ombrello e bombetta) si lancia nella fumarola e brucia vivo.
La mattina seguente l'agente, nascosto in una rimessa, assiste alla perlustrazione quotidiana del giardino da parte di Blofeld e dei suoi uomini. La sera, finalmente, 007 entra nel castello. Mentre è alla ricerca della camera da letto del suo nemico Bond cade in una trappola, celata sotto il pavimento, ed è fatto prigioniero. L'agente è subito riconosciuto da Blofeld e Irma che lo sottopongono a crudeli sevizie. Bond resiste e ingaggia un duello mortale con la sua nemesi che si conclude con la morte di Blofeld, strangolato a mani nude. Dopo una rocambolesca fuga, per mezzo di un pallone aerostatico, Bond è salvato da Kissy Suzuki. Egli non ricorda più nulla, in preda ad un'amnesia totale. Kissy, innamorata di lui, lo nasconde agli agenti di Tanaka che lo danno per disperso. Anche l'MI6 pensa che Bond sia morto nel corso della missione e M pubblica il suo epitaffio. In realtà Bond, nei panni ora di Todoroki-san, vive una spartana vita di pescatore accanto alla sua Kissy, fino a quando un ritaglio di giornale che parla di Vladivostok non fa riemergere in lui un vago ricordo della Russia. Alla ricerca del suo passato Bond decide di recarsi in Unione Sovietica e abbandona Kissy al suo destino...

La nascita di Si vive solo due volte nasce da un viaggio in Oriente che qualche anno prima della stesura del romanzo Fleming fa per il suo Sunday Times. Il nuovo proprietario del giornale Roy Thomson, su indicazione del redattore letterario Leonard Russell, aveva autorizzato dei reportage in giro per il mondo che sarebbero stati realizzati proprio da Fleming. Il viaggio verso Hong Kong avrebbe rappresentato il primo capitolo di una serie di servizi giornalistici che poi sarebbero apparsi anche in un volume dal titolo Le città del brivido. A Hong Kong Fleming lega subito con Richard Hughes, un gigantesco australiano, ex peso massimo, che dai tempi della Corea rappresenta il giornale in Oriente. Con lui Fleming ha il primo contatto col mondo giallo. Hughes è l'uomo d'azione che Fleming ha sempre sognato di essere e l'Oriente che descrive nei suoi libri è in gran parte l'Oriente di Hughes. A lui poi è ispirato il personaggio di Dikko Henderson. Tre anni dopo Fleming si reca in Giappone, incontra di nuovo il suo amico australiano, e compie un viaggio all'interno del paese che fornisce la traccia del romanzo. Assieme a loro c'è anche Torao "Tiger" Saito (già scelto da Fleming per la parte di Tiger Tanaka), architetto, redattore, ottimo corrispondente di guerra, nonché grande amico di Hughes. Spesati di tutto dalla Glidrose Company, i tre fanno un tour del Giappone di 12 giorni. La semplicità dei giapponesi, la loro bizzarria, la loro ossessione della morte colpiscono l'immaginario dello scrittore. Il suo entusiasmo per gli usi e costumi nipponici sono evidenti nel libro, che nella prima parte somiglia a una guida turistica. La vicenda, infatti, prende il via nella seconda parte del romanzo, precisamente dal momento in cui Bond entra in azione. Qui Fleming dispiega il suo speciale talento nel descrivere un'azione densa di tensione e crudeltà assortite. Blofeld oramai si è trasformato in un sadico pazzo. Mentre in Operazione Tuono e Al servizio segreto egli opera al servizio della SPECTRE per destabilizzare il mondo con i suoi piano criminali, ora agisce solo per il suo piacere sadico e per il suo disgusto verso il genere umano. Egli si considera un genio e la realizzazione del parco esotico con le sue micidiali trappole di morte ha il solo fine di eliminare più persone possibili: "... si è sviluppata in me una specie di debolezza mentale, un disinteresse per l'umanità e per il suo futuro, un tedio assoluto per gli affari degli uomini... Quindi Mister Bond, ho ideato questo progetto utile e nello stesso tempo umanitario: offro la morte gratuita a coloro che desiderano liberarsi dal peso dell'esistenza."
L'incantevole pescatrice Kissy Suzuki è la ragazza nella quale Bond trova un momentaneo sollievo dai dolori della sua anima. Ella è molto avvenente e Fleming la descrive come una ragazza di grande spessore morale. Dopo una breve parentesi a Hollywood ha infatti deciso di abbandonare quella vacua esistenza, popolata da persone ignobili, fatta eccezione per David Niven, non a caso amico personale di Fleming.
L'altro aspetto interessante è il necrologio di M per il Times perché attraverso questo articolo Fleming ci mette a conoscenza del passato di Bond. Come sempre, la biografia personale dell'autore si confonde con quella del suo eroe. Veniamo così a sapere che Bond era figlio di padre scozzese e di madre svizzera e che i suoi genitori sono morti in un incidente alpinistico sulle Aiguilles Rouges sopra Chamonix. La sua educazione fu a dir poco incompleta: egli abbandonò Eton, poi s'iscrisse a Fettes, dove eccelse solo per il suo rendimento sportivo, infine lavorò al Ministero della Difesa nel corso della guerra.
Come si vede il passato di Bond è una fotocopia romanzata di quello del suo pantocratore.
La chiusura del romanzo è enigmatica. Bond parte verso Vladivostok senza alcuna memoria del suo passato verso un futuro ignoto. Per Fleming tirarlo fuori da questo pasticcio costerà un bel po' di fatica.

mercoledì 19 maggio 2010

Servizio Segreto

Servizio Segreto (On Her Majesty's Secret Service)
Prima Edizione: Glidrose Productions Ltd, 1963
Prima Edizione italiana: Garzanti, 1965
Traduzione: Rossella Irti Rossi

"Accese nervosamente una sigaretta, raddrizzò le spalle, e ricacciò nell'archivio rimasto chiuso per tanto tempo, le sue reminiscenze. Ormai era un adulto, un uomo con anni di ricordi torbidi e pericolosi: una spia."

James Bond da un anno viaggia per l'Europa alla ricerca di Ernst Stavro Blofeld, capo della SPECTRE. La sua caccia, però, non ha dato alcun esito. Blofeld sembra scomparso nel nulla. Scoraggiato e stanco di una missione così noiosa, che reputa inadatta alle sue capacità, il nostro medita di dimettersi dai servizi segreti. Mentre si trova in Costa Azzurra, diretto con la sua Bentley a Royale Les Eaux, Bond ingaggia una gara di velocità con una misteriosa ragazza che guida una Lancia Flaminia Zagato Spider. La corsa si conclude con la vittoria della donna, una cosa inaudita per Bond, che decide di seguirla fino all'Hotel Splendide. Qui scopre che la ragazza è la disinibita contessa Teresa di Vicenzo. Bond segue Teresa al casinò, dove assiste a una partita di chemin de fer nella quale la ragazza perde un'ingente somma di denaro che non può saldare. Per evitare lo scandalo Bond interviene pagando di tasca sua il debito. La ragazza decide di ringraziarlo, offrendosi per una notte d'amore. Il mattino successivo però Tracy (questo è il suo diminutivo) lo caccia dalla stanza in modo brusco. Esterefatto dal suo comportamento, Bond segue la ragazza in spiaggia e capisce che ella medita di suicidarsi. 007 interviene per evitare il dramma ma è bloccato da due loschi figuri che, minacciando con la pistola lui e la donna, li costringono a salire su un motoscafo. Dopo un breve viaggio essi vengono condotti all'interno di un camion dove risiede il quartier generale di Marc-Ange Draco, capo dell'Unione Corsa e padre di Tracy. Questi è preoccupato per la figlia, in crisi depressiva dopo l'abbandono del marito (lo spregevole conte italiano Di Vicenzo) e la successiva perdita del figlio per meningite. Draco chiede espressamente a Bond, che stima per il suo curriculum vitae, di prendersi cura della ragazza in cambio di un milione di sterline in oro. Bond rifiuta sdegnato l'offerta e consiglia all'uomo di ricoverare Tracy in una clinica psichiatrica. Draco allora gli chiede se può sdebitarsi per avere impedito che la figlia si facesse del male e l'agente risponde che vuole sapere se Blofeld è ancora vivo. Dopo una rapida indagine Draco rivela a Bond che il suo acerrimo nemico è in ottima forma e si nasconde in Svizzera.
Bond informa l'MI6 che si mette al lavoro fino a quando non rileva una traccia. Tramite i suoi legali Blofeld ha contattato il prestigioso Istituto di Araldica per avere le prove della sua nobiltà. Egli, infatti, si presenta come il Conte Balthazar de Bleuville, nella convinzione di essere il legittimo erede della casata.
Bond allora decide di tendere una trappola al suo nemico. Fingendosi lo specialista in genealogia, Sir Hilary Bray, egli si reca con l'autorizzazione di M in Svizzera per incontrarlo. Il suo piano è cercare di accaparrarsi la sua fiducia, portarlo con l'inganno in Germania, alla ricerca di un documento fondamentale per comprovare la sua nobiltà, e farlo rapire dall'intelligence britannica. Un audace piano che Bond definisce alla Eichmann.
Nei panni di Sir Bray l'agente segreto arriva in Svizzera dove trova ad attenderlo Irma Blunt, integerrima assistente personale di Blofeld. Dopo un breve viaggio in elicottero sopra le maestosi alpi imbiancate di neve (è il 23 dicembre), Bond atterra sul Pizzo Gloria, un remoto chalet ultra tecnologico in cima a una delle vette più alte d'Europa.
In quest'eremo trova dieci splendide ragazze inglesi che si stanno sottoponendo a una serie di cure per l'allergia. Bond incanta tutte con il suo charme ma nel contempo è teso per il compito che lo attende. Il mattino successivo Irma Blunt lo porta a conoscere Blofeld. 007 non riconosce in lui l'uomo che sta cercando. Blofeld, infatti, si è sottoposto a una serie di interventi di chirurgia plastica per modificare i tratti del viso. Egli è descritto da Fleming secondo l'abituale fisiognomica che contraddistingue tutti i suoi cattivi: repellente e subdolo. "La fronte era solcata di rughe e il naso, descritto come corto e largo, era aquilino e, sulla narice destra, mangiato da quello che, poveretto, sembrava il segno di una sifilide terziaria."
Bond riesce a ingannare Blofeld, estremamente sospettoso, convincendolo che la sua permanenza al Pizzo Gloria è indispensabile per chiarire alcuni aspetti delle nobili origini del suo cliente. Ottiene così di restare per almeno una settimana. L'agente inizia allora a flirtare con una delle ragazze, Ruby, alla ricerca di ulteriori informazioni sul Pizzo Gloria. Dopo averla sedotta si fa consegnare i nomi di tutte le ragazze presenti allo chalet. Ma la sua copertura è in pericolo: Blofeld, infatti, ha catturato l'agente numero 2 della stazione Z di Zurigo. Bond teme che la spia sotto tortura potrebbe rivelare la sua reale identità. Egli decide allora di fuggire quella sera stessa. Dopo essersi impossessato di un paio di sci l'agente si lancia di notte sulle pericolose piste montane, inseguito dagli uomini di Blofeld. Dopo una caccia brutale, che lo vede sfuggire anche a una valanga, l'uomo arriva stremato a St. Moritz e qui, sorprendentemente, incontra Tracy, pronta ad aiutarlo. La ragazza è lì perché il padre era preoccupato per la sorte di Bond e le ha spiegato tutto. I due, dopo un inseguimento in auto rocambolesco, riescono a fuggire ai sicari di Blofeld.
Il mattino successivo, all'areoporto di Zurigo, Bond prende una decisione inaudita: egli ama Tracy e le chiede di sposarlo.
Tornato a Londra, l'agente fa rapporto a M e al suo consulente del Ministero dell'Agricoltura. Quest'ultimo rivela ai colleghi i suoi timori. E' molto probabile che Blofeld nel suo rifugio al Pizzo Gloria stia preparando delle armi biologiche per distruggere il patrimonio agricolo dell'Inghilterra, mettendo così in ginocchio il paese. Le dieci ragazze sono state plagiate con l'ipnosi per introdurre nel Regno Unito i bacilli di virus letali. E' importante agire immediatamente. Ma c'è un problema diplomatico insormontabile. Blofeld si trova in Svizzera e l'MI6 non può agire ufficialmente sul territorio elvetico. Bond ottiene il via libera informale da M per rivolgersi a Draco. Il capo dell'Unione Corsa, felice per l'imminente matrimonio della figlia, accetta di aiutare il futuro genero e organizza un raid con i suoi uomini al Pizzo Gloria.
L'attacco al nemico riesce, lo chalet è distrutto ma Bond non riesce a catturare Blofeld, che fugge a bordo di un bob. L'importante però è che il pericolo della guerra batteriologica sia stato sventato. Ora il nostro può dedicare tutto se stesso al matrimonio con Tracy.
"Sì." James Bond pronunciò questo monosillabo alle 10.30 di un mattino di Capodanno limpido come il cristallo, nel salone del Consolato Britannico; e lo disse con convinzione."
Queste sono le righe che celebrano il (breve) passaggio da scapolo a coniugato di 007.
Una minaccia, infatti, incombe sui due sposi. Blofeld e Irma li seguono a bordo di una Maserati rossa e sparano un colpo mortale che uccide Tracy. Bond, sconvolto, abbraccia la donna sussurandole: "Va tutto bene... Abbiamo tutto il tempo che vogliamo."

Così si conclude uno dei romanzi più drammatici della saga, con un finale straziante e malinconico. Al servizio segreto è un potente romanzo di spionaggio nel quale l'autore ha voluto introdurre una vena romantica che mal si lega però alla vicenda principale. Far decidere al suo protagonista di sposarsi è una scelta forte, ad effetto, che meriterebbe di essere preparata in maniera minuziosa e realistica, entrando nella psiche del personaggio, facendo comprendere al lettore i motivi di questo improvviso voltafaccia.
Fleming, invece, liquida la faccenda così: "Bond pensò improvvisamente. Diavolo! Non la troverò più una ragazza come questa. Ha tutto quello che ho sempre cercato in una donna. E' bella, a letto e fuori. E' avventurosa, coraggiosa e piena di risorse. Eccitante in ogni momento. E sembra che mi ami. Per di più mi permetterebbe di continuare la mia attività e, essendo sola, non mi opprimerebbe con amicizie, relazioni o parentele. E, sopratutto, ha bisogno di me."
In questo modo James Bond da inveterato scapolo maschilista, a volte misogino, si trasforma in un romanticone. Ancora una volta la decisione è da addebitarsi alla svolta compiuta da Fleming nella sua vita privata. Dieci anni prima, mosso evidentemente dalle stesse convinzioni della sua creatura, egli ha sposato Anne Charteris e adesso sente l'esigenza di spettacolarizzare la sua decisione, compiendo l'ennesimo transfert in letteratura. Il problema è che questo evento non è giustificato narrativamente da ciò che è accaduto prima tra i due amanti. All'inizio della vicenda 007 ha passato una notte d'amore con Tracy e poi è stato scaricato dalla ragazza. Quando il padre di lei gli ha rivelato che soffre di un esaurimento nervoso, l'agente non si è intenerito e ha consigliato a Draco di ricoverarla in clinica! Adesso, solo per averla rivista dopo sei mesi e avere passato una notte in fuga con lei, avviene questa trasformazione?
I dialoghi poi tra Bond e Tracy somigliano a una canzone di Julio Iglesias e rivelano quanta poca stima Fleming avesse nell'universo femminile: "Non ti amerei se non fossi un pirata.", dice languida Tracy al suo innamorato. Oppure: "Si può fare all'amore anche senza amore."
Ancora una volta le donne per Fleming (e per Bond) si riducono a delle sciocchine graziose e romantiche, prive di spessore umano. Tutti i cliché della donna anni '50 sono quindi racchiusi nel personaggio di Tracy.
La forza del libro è nell'intreccio, serrato e denso di suspense. L'antagonista è un altro dei memorabili cattivi di Bond: granitico nella sua volontà di fare del male, anche se poco furbo quando chiede col suo vero nome all'Istituto di Araldica informazioni sulla propria genealogia. Una mossa poco accorta che lo rivela ai suoi nemici.
Il realismo costituisce uno dei punti a favore del libro: il rifugio tecnologico di Blofeld è ispirato dal lussuoso Corviglia Club vicino a Ginevra, dove l'autore era stato con la moglie per un reportage sulla Svizzera. Per accertarsi poi che i particolari araldici del suo libro fossero esatti, Fleming passa parecchi pomeriggi all'Istituto di Araldica in Queen Victoria Street. Qui apprende che il motto della famiglia Bond è "Il mondo non basta", utilizzato poi come titolo per uno dei capitoli cinematografici con Pierce Brosnan.
Detto questo dobbiamo ammettere che dopo i racconti di Solo per i tuoi occhi Al servizio Segreto è un appassionante ritorno alla tradizione bondiana, che conferma Fleming grande affabulatore di vicende bigger than life.

lunedì 3 maggio 2010

Casinò Royale

Prima edizione Glidrose Productions Ltd, 1953
Versione italiana: Prima edizione: Garzanti 1965 - Ultima edizione: Guanda Editore, 2004

"Alle tre del mattino l'odore del casinò, il fumo e il sudore danno la nausea. A quell'ora, il logorio interiore tipico del gioco d'azzardo - misto di avidità, paura e tensione nervosa - diventa intollerabile. I sensi si risvegliano e si torcono per il disgusto.
All'improviso James Bond si accorse di essere stanco."

Queste poche righe fulminanti segnano l'esordio di un nuovo eroe letterario. La spia per antonomasia è presentata da Fleming nel suo primo romanzo della serie come un uomo di mondo, che ama la vita agiata, a cui piacciono le donne (delle quali però diffida), anche se è pronto ad innamorarsene. Il gioco d'azzardo è una sua passione, così come lo sono le sigarette, i drink e una cena in un elegante restaurant francese. Fisicamente Bond è presentato come un uomo intorno ai 35 anni, alto, dai capelli neri, una leggera cicatrice sulla guancia destra, una vaga rassomiglianza con il musicista e cantante Hoagy Carmichael.

"L'idea che stavo per metter fine al mio celibato mi rendeva piuttosto nervoso. Per scaricare quella tensione che non mi dava pace, buttai giù un romanzo..." Con la sua consueta ironia così commentava Fleming la nascita della sua carriera di novelist. Scritto nel gennaio del 1952, durante una vacanza estiva nella sua residenza giamaicana di Goldeneye, Casinò Royale è l'archetipo dei romanzi di spionaggio. Il libro ha una struttura narrativa molto semplice, ed è suddiviso nei classici tre atti aristoteliani.
Nella prima parte è presentato il protagonista e la sua missione. James Bond si trova nell'immaginaria cittadina di Royale Les Eaux, sulla Costa Azzurra. Egli è stato mandato fin lì dal suo superiore dei servizi segreti inglesi, M., (l'iniziale si riferisce probabilmente al soprannome con il quale Fleming chiamava sua mamma) per sconfiggere al tavolo del baccarà Le Chiffre, testa di ponte dei sovietici in Francia, tesoriere e pagatore del sindacato comunista d'oltralpe. Siamo in piena guerra fredda, giacché la vicenda si svolge a metà degli anni '50. Le Chiffre è un apolide (da qui il cognome da lui scelto "una cifra", così si considera per via del numero sul suo passaporto), divenuto ricco sfruttando la prostituzione con una serie di bordelli dislocati in tutta la Francia. Tuttavia la nuova legge vieta le case chiuse e il losco faccendiere si trova in debito di oltre 50 milioni di franchi nei confronti dei servizi segreti sovietici. Quest'ultimi hanno messo a disposizione l'ingente somma di denaro per il finanziamento del sindacato. Per evitare la vendetta della Smersh (dipresso di Smyert Shpionam "morte alle spie") Le Chiffre decide di tentare la sorte al tavolo da gioco, sperando di recuperare con il gioco d'azzardo le finanze sperperate.
L'idea di M. è mandare il suo agente migliore con licenza di uccidere doppio zero in Costa Azzurra per sfidare a carte il truffatore. Se il piano dovesse andare a buon fine il gangster al soldo del KGB si ritroverebbe squattrinato e con un piede nella fossa. 1)

Bond accetta la sfida e si reca a Royale dove trova ad aiutarlo Renè Mathis, il suo collegamento in Francia, Felix Leiter, agente della CIA, e Vesper Lynd, affascinante collega che dovrà guardargli le spalle.
Appena arrivato Bond sfugge a un attentato ai suoi danni da parte di due bulgari, poi, prima di sfidare Le Chiffre al gioco, controlla il casinò per studiare i tavoli. Qui Fleming coglie l'occasione per esprimere alcune delle idee cardine del suo personaggio in tema di donne e di azzardo. "... la fortuna, con tutti i suoi capricci, non andava temuta, ma amata. Bond la vedeva come una donna che bisognava corteggiare con dolcezza o prendere con brutalità; mai cercare di arruffianarsela o di correrle dietro."
La sera 007 invita a cena Vesper la corteggia a modo suo, con un misto di raffinatezza e sensualità, anche se il suo pensiero fisso è affrontare Le Chiffre.

La seconda parte del romanzo si apre con i capitoli 10, 11, 12 e 13, interamente dedicati alla sfida al baccarà dei due protagonisti. Sono le parti più eccitanti del libro per lo stile asciutto con il quale l'autore descrive un mondo che conosce bene, essendo un assiduo frequentatore del casinò di Le Touquet, vicino a Deauville. L'antagonista di Bond è descritto come astuto e senza scrupoli, con un'aria sinistra. Si dice che Fleming si sia ispirato per questo personaggio al celebre satanista Alistair McCrowley, che durante la seconda guerra mondiale si offrì di fare da mediatore con il prigioniero Rudolph Hess, col quale condivideva la passione per l'occulto (tra l'altro McCrowley appare anche sulla copertina dell'album dei Beatles Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band).
Dopo una prima fase di gioco nella quale Bond guadagna una somma considerevole ne segue una seconda in cui è la sua nemesi a prevalere, lasciandolo privo di finanze. Bond è stato sconfitto ma interviene a dargli manforte Leiter, il quale gli offre in una busta 32 milioni di franchi per proseguire la partita. Di fronte allo spregiudicato rilancio dell'intero banco Le Chiffre vacilla ma è costretto a giocare la puntata. Il duello finale vede Bond prevalere, fino alla perdita dell'intero patrimonio di Le Chiffre.
Tornato in camera Bond nasconde l'assegno da 40 milioni di franchi e va a cena con Vesper. La ragazza è inquieta e abbandona la cena perché chiamata da Mathis per un resoconto della serata. In realtà è una trappola, tesa da Le Chiffre che rapisce la ragazza. 007 capisce tutto ma quando esce dal locale vede la macchina del malvivente allontanarsi. A bordo della sua Bentley Bond inizia un inseguimento sulle tortuose strade della Costa Azzurra ma si ribalta con la sua auto a causa di una trappola tesa dagli uomini di Le Chiffre con un tappeto di chiodi. Catturato, Bond è portato in una villa inabitata nel cuore della campagna francese. Denudato, è torturato con sadismo da Le Chiffre che vuole sapere dove ha nascosto i soldi. Bond resiste al dolore e non parla ma quando sta per cedere un evento inaspettato lo soccorre. Un agente del KGB giustizia con un colpo di pistola alla testa Le Chiffre e poi si allontana, non prima di avere inciso con un pugnale sulla mano di Bond le lettere SH, ovvero Shpionam. L'esecuzione di Le Chiffre è descritta da Fleming con brutale realismo: "Si sentì un puff acuto, non più sonoro della bolla d'aria che esce da un tubetto di dentifricio. Nessun altro rumore, nessuno: e di colpo a Le Chiffre spuntò un altro occhio, un terzo occhio all'altezza degli altri due, proprio dove il naso massiccio cominciava a sporgere dalla fronte. Era un piccolo occhio nero, senza ciglia né sopracciglia."

La terza parte inizia al capitolo 19 e presenta Bond nel letto di un ospedale. L'agente è stato recuperato da Mathis che ha salvato anche la ragazza, per fortuna incolume. Bond, invece, è rimasto scosso nel corpo e nell'anima. In una conversazione con Mathis esprime i suoi dubbi circa la liceità delle sue azioni. Un disincato amaro affiora dalle sue parole: è così labile la differenza tra il bene e il male che non è più sicuro delle sue azioni. Inoltre le ferite che ha subito nelle parti più intime sono gravi; il nostro è preoccupato che possano avere delle ripercussioni irreversibili sulla sua virilità. E' anche per questo che rifiuta dapprincipio tutte le visite di Vesper. La ragazza infatti lo attrae più di quanto egli stesso è disposto ad ammettere. Alla fine però 007 capitola e incontra la donna. Attratto da lei, accetta di passare la sua riabilitazione in un piccolo hotel della costa. I due s'innamorano perdutamente l'una dell'altra e Bond considera seriamente l'ipotesi matrimonio. Ma un'ombra cupa minaccia il loro rapporto. Vesper è convinta di essere seguita da un misterioso uomo in nero col monocolo. Bond dapprima non vuole crederle ma le bugie della ragazza lo insospettiscono fino a quando accade l'impensable: Vesper si suicida, inghiottendo un intero flacone di Nembutal. A Bond, disperato per la perdita, ella ha lasciato una lettera nella quale dichiara di essere una spia dei russi. Ha accettato il doppio gioco perché i sovietici la ricattavano di uccidere il suo amante, un pilota polacco catturato durante la guerra e prigioniero della Smersh. La ragazza si è tolta la vita non sopportando l'idea di rivelare a Bond, di cui si era innamorata, la verità.
E' questa la parte più crepuscolare del libro nel quale Fleming mette in luce un aspetto romantico di Bond che contrasta con l'idea che ci eravamo fatti di lui leggendo il libro. Dietro quella scorza da uomo rude si cela in fondo un romanticone. E nessuno dei lettori gli crede quando, chiamando il suo agente di collegamento a Londra egli dichiara: "Parla 007. Da un telefono pubblico. Emergenza. Trasmetti subito: 3030 faceva il doppio gioco per Ivan."
"Sì, accidenti: ho detto 'faceva'. E' morta la puttana".

Casinò Royale è un ottimo thriller che reinventa il genere facendo invecchiare di colpo i classici Conan Doyle, Agatha Christie e Edgar Wallace. Fino a quel momento, infatti, la letteratura inglese non aveva mai proposto qualcosa di innovativo nel genere spionistico. Fatta eccezione per il Richard Hannay di John Buchan, un ingegnere ingaggiato ogni tanto dal servizio segreto, e qualche storia di Eric Ambler, James Bond s'impone immediatamente come un personaggio nuovo. La spia di Fleming, crudele ma col sorriso sulle labbra, è più vicino al personaggio di Mike Hammer, inventato da Mickey Spillane che al Philip Marlowe di Raymond Chandler (che peraltro apprezzava i romanzi di Fleming). A Spillane Casinò Royale deve almeno due elementi. Il primo è la ragazza, Vesper, che s'innamora di Bond salvo poi rivelarsi una spia nemica. In un romanzo di Spillane sarebbe stato lo stesso Hammer a ucciderla, mentre in Fleming la donna si suicida. Con Hammer Bond ha in comune anche la trasformazione dell'amore in odio: "E' morta la puttana", così si conclude il libro e così 007 liquida il suo sentimento d'affetto verso Vesper.
In secondo luogo Bond è ossessionato da un'immagine: quella di un giapponese esperto in codici che egli ha eliminato freddandolo da un grattacielo di fronte. Pure Mike Hammer appare costantemente tormentato dal ricordo di un soldato giapponese ucciso in guerra. Un'analogia che, come sottolinea Eco nel saggio "Il caso Bond" non è casuale. In entrambi i personaggi il ricordo della morte del giapponese è alla base delle loro nevrosi ma Fleiming decide di risolvere il problema di Bond per via non terapeutica, escludendo quindi aspetti psicologici nello sviluppo narrativo dei successivi romanzi.
Fleming omaggia anche George Simenon, il suo autore preferito. Molte delle avventure di Bond sono ambientate in Francia e risentono dell'atmosfera tipicamente francese che Simenon instillava nelle pagine dedicate al suo Maigret. Ma quello che colpisce maggiormente è la cura maniacale per i dettagli che sarà ripresa da Terence Young nella prima avventura cinematografica, Dr. No. L'attenzione di Fleming verso gli oggetti di vita quotidiana, liquori, profumi, sigarette, automobili, tutti orientati al lusso estremo, forniscono al lettore elementi di glamour sui quali fantasticare sognando di immedesimarsi, uscendo dal grigiore della vita quotidiana fatta invece di bollette da pagare, un lavoro noioso e una moglie invecchiata precocemente. E poi le donne: affascinanti, bellissime, misteriose, depravate. Bond spesso le tratta con disprezzo ma altre volte ne subisce il fascino, come nel caso di Vesper. Fleming costruisce così un universo letterario ex novo, destinato a colpire l'immaginario dei lettori di tutto il mondo. I semi del mito sono stati gettati.

1) L'idea di Casinò Royale proviene da un'esperienza di vita dello stesso Fleming, come d'altra parte molti degli avvenimenti narrati nei suoi libri. Nel 1941 l'autore, all'epoca agente del servizio segreto, tentò di spennare al casinò dell'Estoril in Portogallo, alcuni membri dello spionaggio tedesco sfidandoli a chemin de fer. Tuttavia Fleming perse tutto e dovette anche farsi prestare i soldi dal capo. Di eroico, dunque, la sua missione non ebbe nulla ma nella versione trasfigurata sulle pagine l'avvenimento ha ben altra risoluzione. Fin dall'esordio si prefigura dunque quella che John Pearson nel suo studio "La vita di Ian Fleming" definisce l'autobiografia di un sogno. Bond è l'alter ego romanzato di Fleming, l'esasperazione dei suoi vizi e delle sue virtù, sublimate da un eroismo iperrealista.

Ian Fleming spiega come è nato James Bond