giovedì 29 luglio 2010

Moonraker

Moonraker
Prima edizione: Glidrose, 1955
Prima edizione italiana (titolo Il grande slam della morte), Garzanti, 1965
Traduzione: Roselia Irti Rossi
Ultima edizione (titolo Moonraker), Guanda, 2005
Traduzione: Massimo Bocchiola

«C'è solo una questione...» Si batté contro i denti il bocchino della pipa.
«Quale questione, signore?» chiese Bond.
M sembrò prendere una decisione. Guardò pacatamente verso Bond.
«Sir Hugo Drax bara alle carte»

Tornato alla sua attività ordinaria, dopo un periodo di convalescenza per le ferite subite nel corso della sua ultima missione in Giamaica (cfr. Vivi e lascia morire), l’agente 007 riprende la sua routine quotidiana. Le giornate scorrono tranquille fino a quando una sera M gli chiede un favore. Il capo di Bond è socio del prestigioso circolo Blades, che vanta tra i suoi iscritti la crema della borghesia inglese. Tra di essi c’è anche Sir Hugo Drax, un esportatore di minerali, divenuto ricchissimo subito dopo la guerra grazie al commercio della columbite, utilizzata nella costruzione dei veicoli a reazione. Il miliardario ha offerto alla Regina i suoi mezzi per realizzare uno spettacolare razzo di difesa, il Moonraker, destinato a colpire, in caso di aggressione, i nemici del Regno Unito. Questa proposta, accettata dal governo, ha fatto di Drax l’eroe nazionale della Gran Bretagna.
Il presidente del Blades sospetta però che il magnate bari a bridge. Se così fosse, sarebbe una cosa decisamente oltraggiosa per la reputazione del locale. Egli perciò chiede a M un aiuto. Quest’ultimo invita Bond a cena al circolo, affinché studi Drax al tavolo da gioco. Il suo compito è verificare se il miliardario effettivamente trucca le partite per vincere denaro.
La sera stessa Bond è al circolo e viene presentato al carismatico personaggio. All’esperto giocatore bastano pochi minuti per capire che Drax bara, aiutato da un portasigarette in argento che cela uno specchio. Bond sfida Drax a una partita a bridge che si conclude con la sconfitta dell’iracondo miliardario.
Il giorno dopo a Bond è affidata una missione delicata. La sera della partita a carte un ufficiale del ministero dell’Approvigionamento – il maggiore Tallon - è stato assassinato presso un pub vicino alla base del Moonraker. L’agente aveva il compito di supervisionare le operazioni connesse con il lancio di prova del razzo, previsto per quel venerdì. Apparentemente il delitto sembrerebbe di natura passionale. L’omicida, infatti, si è suicidato subito dopo avere confessato di avere ucciso il suo rivale per amore della bella Gala Brand, la segretaria di Drax, agente della polizia britannica, infiltrata in segreto nell’equipe.
Bond ha l’incarico di sostituire il maggiore Tallon e allo stesso tempo di investigare sulla sua misteriosa morte.
Giunto alla base missilistica, sull’orlo della scogliera tra Dover e Deal, 007 è accolto con cordialità da Drax che lo porta a visitare l’impianto e il lucente missile di morte. Bond rimane favorevolmente impressionato e fa anche la conoscenza dell’affascinante agente Brand. Tuttavia ci sono alcune cose che non quadrano. Innanzitutto l’agente diffida dei collaboratori più stretti di Drax, in particolare del fido Krebs e dell’ingegnere Walter. Inoltre, durante una perlustrazione sulle scogliere Bond e Gala sono travolti da una cascata di rocce e per poco non ci rimettono la pelle. Il giorno del lancio si avvicina e una sera la Brand, mentre è in macchina con Drax, scopre che i codici di lancio del razzo, presenti nel taccuino del suo principale, non coincidono con quelli che lei ha annotato per mesi. Tutto sembra fare credere, infatti, che la destinazione dell’atomica non sia il mare prospiciente Dover, bensì Londra stessa. Gala è scoperta da Drax e viene fatta prigioniera. La sua scomparsa non passa inosservata, giacché Bond aveva un appuntamento galante con lei. L’agente si mette sulle tracce di Drax e, dopo averlo pedinato in auto, scopre che la ragazza è nelle sue mani. Inizia così un inseguimento sulla statale che porta da Londra a Dover tra la Bentley guidata da 007 e la Merceders Skk di Drax che si conclude con la cattura del nostro. Gala e Bond sono imprigionati nella centrale: mancano poche ore al lancio del missile e Drax rivela la sua vera identità. Egli è un nazista, scambiato per caso durante la guerra in un inglese. Adesso può finalmente vendicarsi della perfida albione scaraventadole addosso la sua potente arma. Sembra tutto finito ma Bond riesce a liberarsi e a riprogrammare i giroscopi del razzo, giusto in tempo per salvare la sua patria dall’olocausto nucleare…

Di tutti i romanzi dedicati a 007 Moonraker è quello meno conosciuto dai lettori nostrani per una serie di motivi. Il primo è da attribuire al diverso titolo con il quale fu messo in circolazione dalla Garzanti, Il grande slam della morte. Il secondo è per via dell’orribile film, a metà tra il parodistico e il fumettistico, che Lewis Gilbert filmò nei primi anni ’80 e del quale parleremo più avanti.
È un vero peccato che il libro abbia conosciuto da noi uno scarso successo perché Moonraker è un concentrato di peripezie in pura salsa british. Innanzitutto questa è l’unica storia ambientata interamente nel Regno Unito (e più precisamente tra Londra e la campagna del Kent); inoltre il volume è denso di informazioni personali sul nostro eroe riguardanti la sua vita quotidiana. Nel romanzo apprendiamo, infatti, che Bond ha circa 37 anni, lavora in un tetro ufficio, ha una segretaria (Loelia Ponsoby), va a mensa tutti giorni, vive in un piccolo appartamento in King’s road, governato dalla sua preziosa domestica scozzese di nome May, e passa il suo tempo libero con tre amanti (tutte sposate), oppure a giocare a golf.
Bond in questa nuova avventura sfoggia tutto il suo insopportabile snobismo inglese che lo porta addirittura a vantarsi della cucina inglese, a suo dire “la migliore del mondo”.
Il romanzo è suddiviso in giornate, dal lunedì al venerdì, che scandiscono la suspense, insita nel prossimo lancio del razzo.
La partita a bridge che apre la storia è descritta mirabilmente e richiama alla memoria quella a chemin de fer di Casinò Royale.
Ancora una volta il cattivo corrisponde al classico cliché fisiognomico di Fleming. Tozzo, di orribile aspetto, ha il viso deturpato dal fuoco, un’orribile capigliatura rossa e un paio di baffi che gli coprono una vistosa sporgenza dell’arco dentale. Nel passato di Drax c’è la collaborazione con Otto Skorzeny, l’Oberturbandführer dello spionaggio tedesco le cui mosse Fleming aveva studiato per anni durante la guerra.
La Bond girl è un’inglese taciturna ma bellissima che, cosa praticamente unica, rifiuta il corteggiamento di Bond, lasciandolo nel finale da solo.
Il romanzo pullula anche di elementi autobiografici: il processo di immedesimazione tra Bond e Fleming si fa sempre più stretto. Bond è definito “triste”, un aggettivo che molte donne avevano affiancato a Fleming. Per di più il suo creatore scarica sul personaggio alcuni dei suoi disagi fisici e mentali.
Per questo libro Fleming saccheggia il suo angolo favorito d’Inghilterra, Kingsdown, dove Drax costruisce il suo razzo sulle scogliere di Deal; è poi citato il locale preferito dello scrittore, quel Café Royal a Dover, dove Bond mangia le uova strapazzate al prosciutto con abbondante caffè. Il club Blades, infine, ha alcune reminiscenze del White’s Club, di cui Fleming era stato socio dal 1936 al 1940.
Il tono crepuscolare e malinconico di Moonraker è da attribuire anche alla sua stanzialità. Fleming è un nomade, un viaggiatore nato, e l’Inghilterra sta stretta a lui e alla sua creatura. Per i due è giunto il tempo di tornare in trasferta…

venerdì 16 luglio 2010

Bibliografia di Ian Fleming

Romanzi
  • Casino Royale (1953; La benda nera; Casinò Royal);
  • Live and let Die (1954; Vivi e lascia morire);
  • Moonraker (1955; Moonraker: il grande slam della morte);
  • Diamonds are Forever (1956; Una cascata di diamanti);
  • From Russia with Love (1957; A 007, dalla Russia con amore);
  • Doctor No (1958; L'impronta del drago; 007 Licenza di uccidere - Il Dottor No);
  • Goldfinger (1959; Missione Goldfinger);
  • For your Eyes Only (1960; Solo per i tuoi occhi) Si tratta di una serie di racconti. Contiene: From a view to a kill (Un colpo di pistola; Paesaggio e morte); For your eyes only (Delitto in Giamaica; Solo per i tuoi occhi); A quantum of Solace (Una coppia felice; Un "quantum di sicurezza"); Risico (Affare pericoloso; Rischio); The Hildebrand rarity (La quinta signora Krest; La rarità Hildebrand).);
  • Thunderball (1961; Thunderball Operazione Tuono);
  • The Spy who Loved Me (1962; La spia che mi amava);
  • On Her Majesty's Secret Service (1963; Servizio Segreto; Al servizio segreto di Sua Maestà);
  • You Only Live Twice (1964; Si vive solo due volte);
  • The Man with the Golden Gun (1965; L'uomo dalla pistola d'oro).
  • Octopussy and The Living Daylights (1966; Octopussy) Si tratta di una raccolta di due romanzi brevi, completati postumi, a cui ne è stato aggiunto un terzo nelle ultime edizioni: Octopussy (Octopussy); The living daylights (Il lume dell' intelletto); The property of a lady (Di proprietà di una signora).

Altri scritti

  • Thrilling Cities (Le città del brivido), Una raccolta di tredici articoli commissionati a Fleming dopo i primi successi come scrittore su varie città del mondo. La prima edizione comprende solo sette articoli su altrettante città del mondo, che Fleming visitò spesato dal "Sunday Times" nel 1959. Le edizioni successive comprendono tutti gli articoli sulle thrilling cities, comprese quelle europee visitate nel 1960. Nelle edizioni più recenti è anche stato incluso un racconto con protagonista James Bond, 007 a New York. Per l'Italia è dedicato un capitolo a Napoli.
  • The diamond smugglers (Il traffico di diamanti), un saggio scritto durante gli studi preparatori di Una cascata di diamanti. Fleming rimane affascinato e colpito dal sistema del traffico internazionale di diamanti e decide di rendere le abbondanti informazioni raccolte in un saggio.
  • State Of Excitement, un romanzo mai pubblicato commissionato allo scrittore da un emiro del Kuwait. Sarà poi la base del film di Terence Young The Poppy is also a Flower (Il papavero è anche un fiore)
  • Chitty Chitty Bang Bang, un romanzo per bambini scritto per puro divertimento. Pubblicato, raggiunge modesto successo, tanto che ne verrà poi tratta un'omonima trasposizione cinematografica ed un musical a teatro.

venerdì 9 luglio 2010

IL MIO NOME E' FLEMING - Seconda parte

2 –DESTINAZIONE LEGGENDA

La mattina del terzo martedì di gennaio del 1952, a dieci settimane dal suo matrimonio, Fleming è in vacanza a Goldeneye quando decide di mettersi a scrivere un romanzo di spionaggio. Sul suo tavolo c’è un libro, Gli uccelli delle Indie Occidentali, scritto dall’ornitologo James Bond. Quel nome gli sembra perfetto per il protagonista che ha in mente. Così, per dieci settimane, Fleming scrive incessantemente, seguendo un rituale che nel corso degli anni resta immutato. Egli scriverà ogni mattina fra le nove e mezzogiorno, mentre il pomeriggio, dalle 17 alle 18.30, revisionerà il manoscritto.
Come mai Fleming si decide ad intraprendere la carriera di scrittore così tardi? Egli, scherzando, asserirà di averlo fatto per distrarsi dallo shock del matrimonio. Una cosa è certa: l’autore scrive in assoluta libertà Casinò Royale, questo il titolo del suo primo libro.
Una volta terminato, Fleming fa leggere il manoscritto all’amico William Plomer, che a sua volta lo gira all’editore Jonathan Cape. Nell’agosto del 1952 nasce il primogenito di Ian, Caspar Robert.
Il 17 settembre dello stesso anno Fleming s’incontra con Cape per stabilire i termini del contratto. Con scrupolosa puntigliosità il novello autore riesce a spuntare persino una percentuale sugli incassi pari al dieci per cento per le prime 10.000 copie e al 20 per cento a partire dalle 20.000. Instancabile si mette subito alla ricerca di un editore americano, un’impresa tutt’altro che facile, perché il manoscritto è rifiutato da tre editori (segnatamente Doubleday, Norton, Knopf).

La sua nuova carriera di scrittore è però oramai partita. Nell’autunno del 1953, sempre a Goldeneye, Fleming concepisce il suo secondo romanzo, Vivi e lascia morire. È soddisfatto per la facilità con la quale il libro è nato e la trama gli sembra articolata meglio del precedente episodio. Nel frattempo la bozza di Casinò Royale è pronta ad andare in stampa. Fleming si mette al lavoro, spedendo il libro ad amici e conoscenti. Con sua grande sorpresa il celebre scrittore Somerset Maugham lo elogia con una lettera che esalta il suo ego. Ma nonostante le generali recensioni positive la prima edizione di Casinò Royale vende solo 4.750 copie e non si rivela la fonte di guadagno che il suo ideatore sperava. Fleming non si perde d’animo e mentre continua il suo lavoro al Sunday Times, viaggia negli Stati Uniti, dove nel frattempo è riuscito a trovare un editore (MacMillan), stringe un’importante amicizia con Roald Dahl, parte per una spedizione di speleologia nei Pirenei, infine passa parte dell’estate del 1953 a Villa Mauresque ospitando Maugham. Nel frattempo inizia a concepire Il grande slam della morte. Per questo episodio sceglie come location principale Kingsdown e le scogliere di Deal, dove Drax progetta il suo razzo. È con questo lavoro che l’identificazione tra Bond e Fleming diventa totale. Da questo momento ogni viaggio ed esperienza che lo scrittore farà nella sua vita privata trasmigrerà per osmosi nelle vicende di Bond.
Nell’autunno del 1953 Ian accetta la rubrica domenicale di pettegolezzi Atticus sul Sunday Times. Anche se odia i ricevimenti e la mondanità egli svolge il suo nuovo lavoro con grande entusiasmo, accumulando informazioni che gli torneranno utili nella stesura dei successivi romanzi.
Il 1954 è un anno chiave per lui: in aprile i critici scrivono che Vivi e lascia morire ha mantenuto le promesse di Casinò Royale. L’autore inizia a fantasticare: la sua creatura letteraria potrebbe emulare le gesta di Sherlock Holmes o Hercules Poirot. La sua amicizia con Somerset Maugham sfocia in una collaborazione di quest’ultimo al numero domenicale del Sunday Times, che culmina con la pubblicazione in 15 puntate del suo nuovo romanzo.
All’inizio di giugno Fleming completa la revisione de Il grande slam della morte e lo consegna a William Plomer che ne è entusiasta; nel contempo vende i diritti di Casinò Royale per 1.000 dollari alla Columbia Broadcasting che ne vuole fare una trasposizione televisiva. I dati di vendita dei due precedenti lavori, sia in Inghilterra che in America, non sono però incoraggianti. Nel giugno dello stesso anno Fleming comincia a scrivere Una cascata di diamanti. Il suo amico di Eton, Philip Browing, lavora presso la compagnia diamantifera De Beers. Affascinato dal commercio internazionale dei gioielli, Fleming abbozza la trama del nuovo episodio. Ancora una volta l’ambientazione è in America, ma stavolta invece di New York e la Florida, location di Vivi e lascia morire, Fleming sceglie i casinò di Las Vegas, le corse di cavalli di Saratoga e le highways di Los Angeles. Una spinta notevole alla sua carriera è fornita dall’aiuto del tutto disinteressato che il grande scrittore di noir Raymond Chandler fornisce al suo amico inglese. L’inventore di Philip Marlowe scrive un elogio formidabile per Il grande slam della morte: “Ian Fleming è lo scrittore più efficace e più incisivo di quel genere letterario che in Inghilterra penso si chiami ancora thriller.” Fleming però da tempo medita di interrompere le avventure del suo eroe. Egli, infatti, si sente esausto e deluso dai risultati di vendita dei suoi libri. Inoltre l’immedesimazione totale col suo personaggio lo porta a documentarsi e a vivere in prima persona surrogati di quelle avventure che successivamente descrive in modi più mirabolanti. Questo processo creativo lo esaurisce non solo psicologicamente ma anche fisicamente.

Poiché James Bond non riesce a guadagnare abbastanza, Fleming decide di liberarsi di colui che ormai definisce sarcasticamente “quel fantoccio di cartone”. Il quinto ed ultimo romanzo nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere l’epitaffio di Bond e proprio per questo sarebbe stato un lavoro più serio e introspettivo. In Dalla Russia con amore, secondo le sue intenzioni, la SMERSH avrebbe attirato 007 in una trappola mortale, utilizzando come esca una bellissima ragazza. L’eroe sarebbe caduto nel tranello e, con un finale inatteso, non sarebbe riuscito a cavarsela. La storia avrebbe avuto come centro narrativo le congiure del Cremlino che Fleming aveva avuto modo di conoscere bene durante la sua permanenza in Russia per l’agenzia Reuter. L’ambientazione, invece, sarebbe stata Istanbul. La scelta cade sulla Turchia giacché il suo conoscente Sir Ronald Howe di Scotland Yard deve recarsi a Istanbul per una riunione dell’Interpol. Per Fleming è un’occasione irripetibile.
Durante il suo soggiorno a Goldeneye Fleming termina Dalla Russia con amore poi segue l’amico Ivar Bryce in una breve gita di tre giorni a Inagua, alle Bahamas, per ammirare i fenicotteri rosa. La strana isola, con una palude grigia, profonda solo sessanta centimetri, lo ispira per il macabro rifugio del Dr Julius No. Inagua sarebbe diventata Crab Key, teatro di un’altra impresa di Bond in Dr No.
Una volta tornato a Londra Fleming ricomincia a soffrire della sua fastidiosa sciatalgia. Accetta pertanto di ricoverarsi presso Enton Hall alla London Clinic, una casa di cura per rimettere in sesto gli agenti di borsa con interventi fisioterapici e una dieta ferrea, priva di alcolici. Anche in questo caso l’esperienza gli risulterà utile qualche anno più tardi, quando spedirà il suo Bond a disintossicarsi in Thunderball.
Deciso ad abbandonare la sua creatura, Fleming vende per 6.000 dollari i diritti cinematografici di Casinò Royale a Gregory Ratoff e con il ricavato si compra una spettacolare Thunderbird da 190 cavalli.
All’uscita di Dalla Russia con amore Fleming comincia a nutrire dei dubbi sul risultato letterario dell’opera. Voleva fare di Bond un vero essere umano ma il suo personaggio risulta ancora una volta sprovvisto di humor e bidimensionale. Le recensioni sono tiepide ma visto l’interesse del pubblico sempre più crescente Fleming cambia idea e decide di dare una nuova opportunità al suo fantoccio di cartone. I suoi futuri romanzi però sarebbero stati di puro intrattenimento, senza ambizioni letterarie di sorta.

Verso la fine di novembre del 1954 accade un imprevisto destinato a causare un’enorme pubblicità allo scrittore. Dopo la crisi del canale di Suez il primo ministro britannico Anthony Eden cade in un profondo stato di stress. I dottori gli consigliano un periodo di vacanze, possibilmente fuori dall’Inghilterra. Il ministro delle colonie Alan Lennox-Boyd, amico intimo di Fleming, suggerisce al primo ministro di andare a riposare in Giamaica, a Goldeneye. Fleming naturalmente mette a disposizione la sua casa e da quel momento la stampa si riversa davanti alla piccola villa, peraltro austera e priva di comfort, per spiare le condizioni dell’illustre ospite. Il chiasso mediatico che ne deriva porta il Daily Express alla decisione di pubblicare a puntate Dalla Russia con amore. Il successo è immediato e convince l’editore a stampare subito l’edizione tascabile dei precedenti volumi, che hanno un’impennata nelle vendite. Dopo cinque lunghi anni è finalmente cominciata la corsa al best seller. Sono due i fattori che Fleming individua per spiegare il suo inatteso successo. Il primo è che il pubblico popolare, quello che acquista l’edizione tascabile delle avventure di 007, è affascinato dall’ambiente e dal lusso che circonda James Bond. Il secondo è la popolarità acquisita da Fleming sui giornali con la storia delle vacanze del primo ministro. Il binomio Fleming-Bond stavolta è indissolubile, destinato a tramutarsi in mito.
Nell’estate del 1957, abbandonati definitivamente i propositi di lasciar morire la sua gallina dalle uova d’oro, Ian comincia a lavorare a Goldfinger, dove esprime la sua ammirazione per la ricchezza.
Alla fine del 1958 accetta un accordo con la CBS per una serie Tv in 32 puntate dedicata al suo personaggio. L’occasione per lui è irrinunciabile, sia per motivi economici che per ragioni letterarie. Fleming, infatti, ha sempre più difficoltà a scrivere le abituali 70.000 parole dei romanzi mentre trova piuttosto semplice scrivere dei racconti. Approfittando dell’accordo scrive Rischio, Paesaggio e morte e Solo per i tuoi occhi. Insieme a Un quantum di sicurezza, redatto durante un viaggio di ritorno dalle Seychelles, e La rarità Hildenbrand, i racconti sono riuniti in un unico volume dal titolo Solo per i tuoi occhi.
Nell’autunno del 1958, lo scrittore conosce il regista Kevin McClory. Il suo amico Ivar Bryce si è improvvisato produttore e ha finanziato l’opera prima di McClory, The Boy and The Bridge. I due fanno amicizia, si stimano e in breve nasce l’idea di realizzare il primo film di James Bond, prodotto dallo stesso Bryce. La collaborazione però dopo qualche mese comincia a scricchiolare. La difficoltà nel trovare un buon soggetto e il flop commerciale di The Boy and The Bridge, fanno vacillare Fleming e Bryce. Su consiglio dello stesso Fleming viene coinvolto nel progetto anche lo sceneggiatore Jack Whittingam. Inoltre Ian consiglia Bryce di contattare il regista Antony Asquith e poi Alfred Hitchock, non essendo più convinto delle capacità artistiche di McClory. La situazione si fa sempre più ingarbugliata e stressa molto Fleming che, approfittando della proposta del nuovo proprietario del Sunday Times, il canadese Roy Thomson, accetta di partire per cinque settimane in giro per il mondo per realizzare un reportage a puntate, pubblicato poi anche in un volume dal titolo Le città del brivido. Fleming molla McClory e Whittingam prima per il viaggio, poi per scrivere Thunderball. Senza preoccuparsi delle conseguenze egli concepisce la storia come “il libro del film”, romanzando il copione di McClory e Whittingam e aggiungendo alcune situazioni nuove come il ricovero in clinica di Bond, gettandosi così in un pasticcio legale destinato a durare parecchi anni.
McClory fa causa a Fleming per plagio. La disputa legale è un duro colpo per lo scrittore che il 12 aprile del 1961 è colpito dal primo attacco di cuore mentre è in riunione il martedì mattina con tutta la redazione del Sunday Times. I dottori, durante la lunga convalescenza, gli prospettano un altro stile di vita che comprende i divieti assoluti di bere e fumare, oltre a lunghi periodi di riposo. Fleming segue i consigli per qualche settimana poi riprende le sue cattive abitudini. L’evento però lo ha fiaccato duramente ed è proprio per questo motivo che quando il produttore canadese Harry Saltzman, assieme al suo partner italoamericano Albert Broccoli (che ha un serio contatto con la United Artists), si propongono per l’acquisto dei diritti cinematografici di tutti i suoi romanzi, egli accetta l’offerta. L’esperienza con McClory lo ha toccato nel profondo ed egli si astiene dall’interferire durante la lavorazione di Dr. No (in italiano Licenza di uccidere), il primo titolo scelto per la serie cinematografica. Né tantomeno interviene sulla scelta del protagonista. A richiesta suggerisce il nome di David Niven, suo caro amico, ma il suo contributo alle vicende cinematografiche di 007 si limita a questo.
Nel frattempo la causa per plagio si risolve in una transazione tra le parti nella quale si stabilisce che il nome di McClory dovrà essere presente in qualsiasi versione cinematografica di Thunderball.
Sempre nel 1961 si aprono definitivamente per Fleming le porte del successo ma anche quelle della malattia. Il 17 marzo il personaggio di James Bond riceve un lancio spettacolare. La rivista Life pubblica la lista dei dieci romanzi preferiti del Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. Accanto a classici della letteratura come Il rosso e il nero di Stendhal, al nono posto figura Dalla Russia con amore. Fleming aveva conosciuto Kennedy a una cena a Washington un anno prima ma non avrebbe mai immaginato un tale onore. Questa notizia fa decollare le vendite dei suoi romanzi in America.
All’inizio del 1962 Fleming scrive in Giamaica La spia che mi amò. Il suo esperimento di far narrare la storia in prima persona alla protagonista della vicenda, nonché di fare irrompere Bond solo nella seconda parte, è considerato un fallimento per il pubblico, che vuole 007 sempre in azione. Con Servizio segreto egli pertanto torna alla tradizionale formula bondiana.
Nei primi mesi del 1963 si reca in Giappone, teatro del suo nuovo libro, Si vive solo due volte, insieme al suo amico Richard Hughes e a Torao “Tiger” Saito. Nel frattempo i film tratti da Dr No e Dalla Russia con amore ottengono un successo mondiale e Fleming decide di cedere il 51 per cento della Glidrose, pari a 100.000 sterline, al suo conoscente Sir Jack Campbell della Booker Brothers. Una cifra irrisoria, se si pensa a quanto guadagnerà Bond solo in merchandising. Ma il cuore continua ad angustiare Fleming che scrive L’uomo dalla pistola d’oro molto lentamente, stremato, senza avere nemmeno la forza di revisionarlo.
Il 27 aprile del 1964 muore la madre. Fleming la segue diciotto giorni dopo, all’una di notte del 12 agosto. Non farà in tempo a vedere Goldfinger, la pellicola che avrebbe suggellato definitivamente la nascita del mito cinematografico di Bond e del suo autore.

martedì 6 luglio 2010

IL MIO NOME È FLEMING

1- L’ATTIMO FUGGENTE

Ian Fleming nasce il 29 maggio del 1908 nel quartiere di Mayfair a Londra. Il nonno, lo scozzese Robert Fleming, ha fatto fortuna in America ed è considerato il padre delle società finanziarie d’investimento. Il padre di Ian, Valentine, è uno di quei personaggi edoardiani di nobile lignaggio, essendo cresciuto in un ambiente raffinato. Frequenta prima Eton, poi Oxford, laureandosi in legge. Diventa poi deputato per l’Oxfordshire meridionale e il 18 febbraio del 1906, all’età di 24 anni, sposa Evelyn St. Croix Rose, una provinciale schiva e riservata.
Fin da piccolo Ian è un bambino robusto, vivace e malinconico; il suo temperamento appare subito anticonvenzionale e poco incline allo studio. Mandato col fratello Peter (più grande di un anno) alla Duruford School, Ian detesta immediatamente l’ambiente autoritario e la disciplina rigida.
La perdita del padre, avvenuta nel maggio del 1917, durante il primo conflitto mondiale, è destinata a influenzare l’adolescenza del giovane, che vede nel genitore una figura leggendaria, che con il suo coraggio si è meritato un elogio funebre sul Times di Winston Churchill.
Il ricchissimo Valentine lascia tutti i suoi beni alla moglie che si trova così a dover badare ai figli da sola.
Sia Peter che Ian si iscrivono a Eton ma, a differenza di Peter che subito eccelle nello studio, Ian si distingue solo nello sport, diventando Victor Ludorum in atletica leggera. A causa del suo comportamento con le ragazze egli è poi costretto ad abbandonare il college con un trimestre d’anticipo per intraprendere la carriera militare a Sandhurst. Tuttavia, anche quell’esperienza dura poco. Dopo un solo semestre, infatti, il ragazzo dà le dimissioni dal collegio militare.
Disperata, la madre manda il diciassettenne Ian a Kitzbüel presso la famiglia Forbis Dennis. I coniugi esercitano una grande influenza sul giovane, facendogli da istitutori e avviandolo alla carriera diplomatica. È qui che Ian scopre il suo amore per i libri, per le donne e per la montagna.
Ian, inoltre, nel corso della sua permanenza migliora il suo francese, il tedesco e inizia a parlare il russo. Il concorso in diplomazia si rivela però un altro fallimento. Fleming dopo quattro anni è costretto a tornare a vivere dalla madre. Quest’ultima, preoccupata dalle disavventure del figlio, si adopera affinché trovi al più presto un’occupazione redditizia. È lei a procurare al figlio un lavoro presso l’agenzia giornalistica Reuter. Dopo un periodo di prova di sei mesi, nel corso del quale egli si dimostra entusiasta, arriva la prima grande occasione. A Fleming, infatti, è concessa l’opportunità di andare a Mosca per seguire il processo a sei britannici della società elettrica Metropolitan-Vickers, accusati nel marzo del 1933 dalla polizia sovietica (la temibile Glepeù) di spionaggio e sabotaggio. Il processo è ormai entrato nella storia accanto alle grandi purghe staliniane degli anni ’30. La permanenza a Mosca si rivela fondamentale per il neo giornalista, che ha modo di osservare da vicino i metodi della Glepeù. È questa un’esperienza destinata a divenire preziosa molti anni dopo nel corso della stesura di Dalla Russia con Amore. Durante il processo, che si conclude con la condanna di 5 dipendenti (espulsi più tardi dall’URSS), Fleming dimostra inventiva e spirito di iniziativa, con piena soddisfazione della Reuter.
L’agenzia vorrebbe proseguire la collaborazione ma Fleming rinuncia al ruolo di corrispondente a Shangai per intraprendere la professione di agente di borsa.
Dopo avere lavorato per qualche anno nella City Fleming è chiamato a un nuovo incarico, decisamente più movimentato.

Una mattina di maggio del 1939 il trentenne è invitato a pranzo dal contrammiraglio John Godfrey, nominato da poco Direttore del servizio informazione della Marina (NID). Nell’imminenza del conflitto, Godfrey ha l’incarico di rimettere in azione l’organizzazione spionistica e ha bisogno di un assistente. Ian accetta con entusiasmo l’offerta, giacché l’occasione gli sembra perfetta per alimentare i suoi sogni di avventura. Per quasi sei anni lavora nella mitica stanza numero 38 dell’Ammiragliato, teatro di tutte le decisioni più importanti della seconda guerra mondiale. Qui ha modo di emergere grazie alla sua dedizione, alla sua fantasia e al suo coraggio. L’esperienza è una palestra essenziale, dalla quale Fleming attingerà a piene mani nei suoi romanzi.
Nel corso del conflitto partecipa attivamente a varie missioni diplomatiche, viaggia a Tangeri, a Lisbona, è impegnato in Francia durante la capitolazione del governo francese, va in America e assiste alla nascita dei servizi segreti americani. Si distingue inoltre per le sue bizzarre idee, come quella di proporre il mago Alistair Crowley nel ruolo di mediatore con Rudolph Hess, oppure di studiare la vita dell’Oberturbandführer Otto Skorzeny, responsabile dello spionaggio tedesco. Imitando il suo antagonista egli crea l’unità d’assalto 30, una delle più straordinarie formazioni autonome dell’esercito britannico, che ha il compito di recuperare i documenti bellici del nemico.

Nell’autunno del 1944, dopo essersi recato a Washington per un lavoro di collegamento con il servizio segreto della marina statunitense, Fleming si reca a Kingston, in Giamaica, per rappresentare il NID a una conferenza sulla minaccia dei sommergibili tedeschi nel Mar dei Caraibi. Per arrivarci parte con l’amico Ivar Bryce per un lungo viaggio in treno sul Silver Meteor. È un viaggio talmente affascinante che egli in seguito lo utilizzerà in Vivi e lascia morire. Fleming ama da subito la Giamaica e, con una delle sue decisioni impulsive, decide di eleggerla a futura residenza estiva. Chiede pertanto all’amico Bryce di trovargli sei ettari di terreno da acquistare e questi li trova presso Oracabessa. Quando vede le fotografie del terreno, con la sua spiaggetta nascosta e la giungla alle spalle, Fleming non esita un istante e acquista il lotto, progettando personalmente la casa che chiama Goldeneye. Il nome glielo suggerisce il romanzo di Carson McCullers Riflessi in un occhio d’oro (in inglese Reflections in a Golden Eye).
Il 10 novembre del 1945 Fleming si congeda dall’esercito. A 37 anni è un uomo che deve reinventarsi una vita. Dopo essersi baloccato con l’idea di entrare nei servizi segreti dell’MI6, accetta l’offerta di Lord Kemsley di organizzare un servizio di notizie estere per la sua catena di giornali, tra i quali c’è anche il Sunday Times. Il compenso di 5000 sterline annue è buono, inoltre Fleming ottiene due mesi di ferie l’anno, nelle quali si rifugia a Goldeneye, accanto all’amico Noel Coward, dedicandosi al nuoto, alle immersioni e alla caccia agli squali. Tuttavia dopo qualche anno quel lavoro diventa per lui una prigione e il suo animo inquieto si risveglia, incapace di sopportare le beghe quotidiane d’ufficio. Nel 1949 capisce che le speranze riposte in una carriera giornalistica ad alto livello sono svanite. Ancora una volta la delusione gli suscita profonde crisi di malinconia, che stempera con le 70 sigarette quotidiane e un quarto di litro di gin. La salute comincia a vacillare. Fleming accusa un senso d’oppressione al petto che i dottori all’inizio sottovalutano.
Durante questi anni coltiva amicizie importanti anche nel campo dell’editoria. Innanzitutto il poeta e romanziere William Plomer, suo collega al NID durante la guerra, e consulente letterario dell’editore Jonathan Cape. Un’altra relazione importante è quella con la poetessa Dame Edith Sitwell, con la quale condivide la passione per Paracelso. E poi il commediografo Noel Coward, suo vicino di casa in Giamaica.
Il 24 marzo del 1952, a 43 anni, Fleming si sposa con Lady Rothermere, già Lady O’Neill, nata Anne Charteris. La donna, intelligente, forte e determinata, fa breccia nel cuore del maschilista inveterato dopo una relazione durata sei anni.