venerdì 9 luglio 2010

IL MIO NOME E' FLEMING - Seconda parte

2 –DESTINAZIONE LEGGENDA

La mattina del terzo martedì di gennaio del 1952, a dieci settimane dal suo matrimonio, Fleming è in vacanza a Goldeneye quando decide di mettersi a scrivere un romanzo di spionaggio. Sul suo tavolo c’è un libro, Gli uccelli delle Indie Occidentali, scritto dall’ornitologo James Bond. Quel nome gli sembra perfetto per il protagonista che ha in mente. Così, per dieci settimane, Fleming scrive incessantemente, seguendo un rituale che nel corso degli anni resta immutato. Egli scriverà ogni mattina fra le nove e mezzogiorno, mentre il pomeriggio, dalle 17 alle 18.30, revisionerà il manoscritto.
Come mai Fleming si decide ad intraprendere la carriera di scrittore così tardi? Egli, scherzando, asserirà di averlo fatto per distrarsi dallo shock del matrimonio. Una cosa è certa: l’autore scrive in assoluta libertà Casinò Royale, questo il titolo del suo primo libro.
Una volta terminato, Fleming fa leggere il manoscritto all’amico William Plomer, che a sua volta lo gira all’editore Jonathan Cape. Nell’agosto del 1952 nasce il primogenito di Ian, Caspar Robert.
Il 17 settembre dello stesso anno Fleming s’incontra con Cape per stabilire i termini del contratto. Con scrupolosa puntigliosità il novello autore riesce a spuntare persino una percentuale sugli incassi pari al dieci per cento per le prime 10.000 copie e al 20 per cento a partire dalle 20.000. Instancabile si mette subito alla ricerca di un editore americano, un’impresa tutt’altro che facile, perché il manoscritto è rifiutato da tre editori (segnatamente Doubleday, Norton, Knopf).

La sua nuova carriera di scrittore è però oramai partita. Nell’autunno del 1953, sempre a Goldeneye, Fleming concepisce il suo secondo romanzo, Vivi e lascia morire. È soddisfatto per la facilità con la quale il libro è nato e la trama gli sembra articolata meglio del precedente episodio. Nel frattempo la bozza di Casinò Royale è pronta ad andare in stampa. Fleming si mette al lavoro, spedendo il libro ad amici e conoscenti. Con sua grande sorpresa il celebre scrittore Somerset Maugham lo elogia con una lettera che esalta il suo ego. Ma nonostante le generali recensioni positive la prima edizione di Casinò Royale vende solo 4.750 copie e non si rivela la fonte di guadagno che il suo ideatore sperava. Fleming non si perde d’animo e mentre continua il suo lavoro al Sunday Times, viaggia negli Stati Uniti, dove nel frattempo è riuscito a trovare un editore (MacMillan), stringe un’importante amicizia con Roald Dahl, parte per una spedizione di speleologia nei Pirenei, infine passa parte dell’estate del 1953 a Villa Mauresque ospitando Maugham. Nel frattempo inizia a concepire Il grande slam della morte. Per questo episodio sceglie come location principale Kingsdown e le scogliere di Deal, dove Drax progetta il suo razzo. È con questo lavoro che l’identificazione tra Bond e Fleming diventa totale. Da questo momento ogni viaggio ed esperienza che lo scrittore farà nella sua vita privata trasmigrerà per osmosi nelle vicende di Bond.
Nell’autunno del 1953 Ian accetta la rubrica domenicale di pettegolezzi Atticus sul Sunday Times. Anche se odia i ricevimenti e la mondanità egli svolge il suo nuovo lavoro con grande entusiasmo, accumulando informazioni che gli torneranno utili nella stesura dei successivi romanzi.
Il 1954 è un anno chiave per lui: in aprile i critici scrivono che Vivi e lascia morire ha mantenuto le promesse di Casinò Royale. L’autore inizia a fantasticare: la sua creatura letteraria potrebbe emulare le gesta di Sherlock Holmes o Hercules Poirot. La sua amicizia con Somerset Maugham sfocia in una collaborazione di quest’ultimo al numero domenicale del Sunday Times, che culmina con la pubblicazione in 15 puntate del suo nuovo romanzo.
All’inizio di giugno Fleming completa la revisione de Il grande slam della morte e lo consegna a William Plomer che ne è entusiasta; nel contempo vende i diritti di Casinò Royale per 1.000 dollari alla Columbia Broadcasting che ne vuole fare una trasposizione televisiva. I dati di vendita dei due precedenti lavori, sia in Inghilterra che in America, non sono però incoraggianti. Nel giugno dello stesso anno Fleming comincia a scrivere Una cascata di diamanti. Il suo amico di Eton, Philip Browing, lavora presso la compagnia diamantifera De Beers. Affascinato dal commercio internazionale dei gioielli, Fleming abbozza la trama del nuovo episodio. Ancora una volta l’ambientazione è in America, ma stavolta invece di New York e la Florida, location di Vivi e lascia morire, Fleming sceglie i casinò di Las Vegas, le corse di cavalli di Saratoga e le highways di Los Angeles. Una spinta notevole alla sua carriera è fornita dall’aiuto del tutto disinteressato che il grande scrittore di noir Raymond Chandler fornisce al suo amico inglese. L’inventore di Philip Marlowe scrive un elogio formidabile per Il grande slam della morte: “Ian Fleming è lo scrittore più efficace e più incisivo di quel genere letterario che in Inghilterra penso si chiami ancora thriller.” Fleming però da tempo medita di interrompere le avventure del suo eroe. Egli, infatti, si sente esausto e deluso dai risultati di vendita dei suoi libri. Inoltre l’immedesimazione totale col suo personaggio lo porta a documentarsi e a vivere in prima persona surrogati di quelle avventure che successivamente descrive in modi più mirabolanti. Questo processo creativo lo esaurisce non solo psicologicamente ma anche fisicamente.

Poiché James Bond non riesce a guadagnare abbastanza, Fleming decide di liberarsi di colui che ormai definisce sarcasticamente “quel fantoccio di cartone”. Il quinto ed ultimo romanzo nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere l’epitaffio di Bond e proprio per questo sarebbe stato un lavoro più serio e introspettivo. In Dalla Russia con amore, secondo le sue intenzioni, la SMERSH avrebbe attirato 007 in una trappola mortale, utilizzando come esca una bellissima ragazza. L’eroe sarebbe caduto nel tranello e, con un finale inatteso, non sarebbe riuscito a cavarsela. La storia avrebbe avuto come centro narrativo le congiure del Cremlino che Fleming aveva avuto modo di conoscere bene durante la sua permanenza in Russia per l’agenzia Reuter. L’ambientazione, invece, sarebbe stata Istanbul. La scelta cade sulla Turchia giacché il suo conoscente Sir Ronald Howe di Scotland Yard deve recarsi a Istanbul per una riunione dell’Interpol. Per Fleming è un’occasione irripetibile.
Durante il suo soggiorno a Goldeneye Fleming termina Dalla Russia con amore poi segue l’amico Ivar Bryce in una breve gita di tre giorni a Inagua, alle Bahamas, per ammirare i fenicotteri rosa. La strana isola, con una palude grigia, profonda solo sessanta centimetri, lo ispira per il macabro rifugio del Dr Julius No. Inagua sarebbe diventata Crab Key, teatro di un’altra impresa di Bond in Dr No.
Una volta tornato a Londra Fleming ricomincia a soffrire della sua fastidiosa sciatalgia. Accetta pertanto di ricoverarsi presso Enton Hall alla London Clinic, una casa di cura per rimettere in sesto gli agenti di borsa con interventi fisioterapici e una dieta ferrea, priva di alcolici. Anche in questo caso l’esperienza gli risulterà utile qualche anno più tardi, quando spedirà il suo Bond a disintossicarsi in Thunderball.
Deciso ad abbandonare la sua creatura, Fleming vende per 6.000 dollari i diritti cinematografici di Casinò Royale a Gregory Ratoff e con il ricavato si compra una spettacolare Thunderbird da 190 cavalli.
All’uscita di Dalla Russia con amore Fleming comincia a nutrire dei dubbi sul risultato letterario dell’opera. Voleva fare di Bond un vero essere umano ma il suo personaggio risulta ancora una volta sprovvisto di humor e bidimensionale. Le recensioni sono tiepide ma visto l’interesse del pubblico sempre più crescente Fleming cambia idea e decide di dare una nuova opportunità al suo fantoccio di cartone. I suoi futuri romanzi però sarebbero stati di puro intrattenimento, senza ambizioni letterarie di sorta.

Verso la fine di novembre del 1954 accade un imprevisto destinato a causare un’enorme pubblicità allo scrittore. Dopo la crisi del canale di Suez il primo ministro britannico Anthony Eden cade in un profondo stato di stress. I dottori gli consigliano un periodo di vacanze, possibilmente fuori dall’Inghilterra. Il ministro delle colonie Alan Lennox-Boyd, amico intimo di Fleming, suggerisce al primo ministro di andare a riposare in Giamaica, a Goldeneye. Fleming naturalmente mette a disposizione la sua casa e da quel momento la stampa si riversa davanti alla piccola villa, peraltro austera e priva di comfort, per spiare le condizioni dell’illustre ospite. Il chiasso mediatico che ne deriva porta il Daily Express alla decisione di pubblicare a puntate Dalla Russia con amore. Il successo è immediato e convince l’editore a stampare subito l’edizione tascabile dei precedenti volumi, che hanno un’impennata nelle vendite. Dopo cinque lunghi anni è finalmente cominciata la corsa al best seller. Sono due i fattori che Fleming individua per spiegare il suo inatteso successo. Il primo è che il pubblico popolare, quello che acquista l’edizione tascabile delle avventure di 007, è affascinato dall’ambiente e dal lusso che circonda James Bond. Il secondo è la popolarità acquisita da Fleming sui giornali con la storia delle vacanze del primo ministro. Il binomio Fleming-Bond stavolta è indissolubile, destinato a tramutarsi in mito.
Nell’estate del 1957, abbandonati definitivamente i propositi di lasciar morire la sua gallina dalle uova d’oro, Ian comincia a lavorare a Goldfinger, dove esprime la sua ammirazione per la ricchezza.
Alla fine del 1958 accetta un accordo con la CBS per una serie Tv in 32 puntate dedicata al suo personaggio. L’occasione per lui è irrinunciabile, sia per motivi economici che per ragioni letterarie. Fleming, infatti, ha sempre più difficoltà a scrivere le abituali 70.000 parole dei romanzi mentre trova piuttosto semplice scrivere dei racconti. Approfittando dell’accordo scrive Rischio, Paesaggio e morte e Solo per i tuoi occhi. Insieme a Un quantum di sicurezza, redatto durante un viaggio di ritorno dalle Seychelles, e La rarità Hildenbrand, i racconti sono riuniti in un unico volume dal titolo Solo per i tuoi occhi.
Nell’autunno del 1958, lo scrittore conosce il regista Kevin McClory. Il suo amico Ivar Bryce si è improvvisato produttore e ha finanziato l’opera prima di McClory, The Boy and The Bridge. I due fanno amicizia, si stimano e in breve nasce l’idea di realizzare il primo film di James Bond, prodotto dallo stesso Bryce. La collaborazione però dopo qualche mese comincia a scricchiolare. La difficoltà nel trovare un buon soggetto e il flop commerciale di The Boy and The Bridge, fanno vacillare Fleming e Bryce. Su consiglio dello stesso Fleming viene coinvolto nel progetto anche lo sceneggiatore Jack Whittingam. Inoltre Ian consiglia Bryce di contattare il regista Antony Asquith e poi Alfred Hitchock, non essendo più convinto delle capacità artistiche di McClory. La situazione si fa sempre più ingarbugliata e stressa molto Fleming che, approfittando della proposta del nuovo proprietario del Sunday Times, il canadese Roy Thomson, accetta di partire per cinque settimane in giro per il mondo per realizzare un reportage a puntate, pubblicato poi anche in un volume dal titolo Le città del brivido. Fleming molla McClory e Whittingam prima per il viaggio, poi per scrivere Thunderball. Senza preoccuparsi delle conseguenze egli concepisce la storia come “il libro del film”, romanzando il copione di McClory e Whittingam e aggiungendo alcune situazioni nuove come il ricovero in clinica di Bond, gettandosi così in un pasticcio legale destinato a durare parecchi anni.
McClory fa causa a Fleming per plagio. La disputa legale è un duro colpo per lo scrittore che il 12 aprile del 1961 è colpito dal primo attacco di cuore mentre è in riunione il martedì mattina con tutta la redazione del Sunday Times. I dottori, durante la lunga convalescenza, gli prospettano un altro stile di vita che comprende i divieti assoluti di bere e fumare, oltre a lunghi periodi di riposo. Fleming segue i consigli per qualche settimana poi riprende le sue cattive abitudini. L’evento però lo ha fiaccato duramente ed è proprio per questo motivo che quando il produttore canadese Harry Saltzman, assieme al suo partner italoamericano Albert Broccoli (che ha un serio contatto con la United Artists), si propongono per l’acquisto dei diritti cinematografici di tutti i suoi romanzi, egli accetta l’offerta. L’esperienza con McClory lo ha toccato nel profondo ed egli si astiene dall’interferire durante la lavorazione di Dr. No (in italiano Licenza di uccidere), il primo titolo scelto per la serie cinematografica. Né tantomeno interviene sulla scelta del protagonista. A richiesta suggerisce il nome di David Niven, suo caro amico, ma il suo contributo alle vicende cinematografiche di 007 si limita a questo.
Nel frattempo la causa per plagio si risolve in una transazione tra le parti nella quale si stabilisce che il nome di McClory dovrà essere presente in qualsiasi versione cinematografica di Thunderball.
Sempre nel 1961 si aprono definitivamente per Fleming le porte del successo ma anche quelle della malattia. Il 17 marzo il personaggio di James Bond riceve un lancio spettacolare. La rivista Life pubblica la lista dei dieci romanzi preferiti del Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. Accanto a classici della letteratura come Il rosso e il nero di Stendhal, al nono posto figura Dalla Russia con amore. Fleming aveva conosciuto Kennedy a una cena a Washington un anno prima ma non avrebbe mai immaginato un tale onore. Questa notizia fa decollare le vendite dei suoi romanzi in America.
All’inizio del 1962 Fleming scrive in Giamaica La spia che mi amò. Il suo esperimento di far narrare la storia in prima persona alla protagonista della vicenda, nonché di fare irrompere Bond solo nella seconda parte, è considerato un fallimento per il pubblico, che vuole 007 sempre in azione. Con Servizio segreto egli pertanto torna alla tradizionale formula bondiana.
Nei primi mesi del 1963 si reca in Giappone, teatro del suo nuovo libro, Si vive solo due volte, insieme al suo amico Richard Hughes e a Torao “Tiger” Saito. Nel frattempo i film tratti da Dr No e Dalla Russia con amore ottengono un successo mondiale e Fleming decide di cedere il 51 per cento della Glidrose, pari a 100.000 sterline, al suo conoscente Sir Jack Campbell della Booker Brothers. Una cifra irrisoria, se si pensa a quanto guadagnerà Bond solo in merchandising. Ma il cuore continua ad angustiare Fleming che scrive L’uomo dalla pistola d’oro molto lentamente, stremato, senza avere nemmeno la forza di revisionarlo.
Il 27 aprile del 1964 muore la madre. Fleming la segue diciotto giorni dopo, all’una di notte del 12 agosto. Non farà in tempo a vedere Goldfinger, la pellicola che avrebbe suggellato definitivamente la nascita del mito cinematografico di Bond e del suo autore.

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